Falesia di Ripa Majala

Il dono di un vulcano

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LA FALESIA

Questa falesia è forse una delle più frequentate dell’alto Lazio. Si trova a pochi chilometri da Civitavecchia e dista solamente un’oretta da Roma. La roccia vulcanica rossiccia è inconfondibile: alcuni tratti sono lucidi e pieni di buchi; altri tratti, più ruvidi sono solcati da fessure. Lo stile è vario, dalla placca appoggiata agli strapiombi, ma non mancano diedri e tetti. Essendo esposta a Sud-Ovest, il Sole arriva nella mattinata nel settore più a destra e vi rimane per tutto il giorno, mentre nel settore di sinistra il tepore del sole arriva nel tardo pomeriggio. Trattandosi di un luogo appollaiato su una collina è molto esposto alle correnti d’aria, quindi in presenza di vento è quasi difficile scalare.

ATTENZIONE: il nuovo accordo con la Regione Lazio (5/1/2015), vieta l’arrampicata sportiva nel periodo tra il 1 Febbraio ed il 31 Maggio.
Si prega fortemente di rispettarlo, al fine di evitare decisioni repressive drastiche, come un perenne divieto per qualsiasi attività.

Trova la relazione nel sito

IL LUOGO

Ripa Maiale (313m slm) è una falesia vulcanica composta di ignimbrite e trachite, originatasi alla fine del pliocene con la nascita dei monti della Tolfa, nel comune di Allumiere. La falesia presenta delle grotte naturali ed una sorgente perenne d’acqua, elementi che favorirono l’insediamento umano dalla fine del paleolitico medio. Piccoli tasti eseguiti nella caverna principale, hanno rivelato la presenza di decine di utensili litici. La selce di Ripa Maiale è facilmente identificabile per il suo tipico colore rosso (presenza di ematite), mentre solo una parte minoritaria presenta il tipico colore giallo-marrone (presenza di manganese) della selce italiana. Ripa Maiale fu abitata anche in epoca romana e la prova è data dai ruderi interrati di una villa rustica di epoca imperiale, che utilizzò la vicina sorgente come pozzo votivo. Un sentiero presente ci indica che anticamente una strada collegava questa villa con quella della Farnesiana e l’eremo della Trinità dove dimorò S.Agostino. Questa strada interna fu utilizzata per tutto il medioevo, probabilmente per il trasporto dell’allume. Si ricorda inoltre che la zona è proprietà privata.